Dieci righe evangeliche

 

L’Evangelo, la buona novella, l’annunzio.

L’angelo annunzia la venuta di qualcuno di umanamente inconcepibile. Qualcuno che parla in maniera incomprensibile, per parabole.

Gli eroi greci erano presi nel mithos, Cristo è preso nell’atto, nell’annunzio.

L’atto di Cristo, la parola originaria, il verbo che si fa carne. Non fa grandi imprese il viandante Cristo, parla, cammina, sta in silenzio, prega. Cristo non scrive, ovvero il nunzio non può che essere apostolico, non può che mandare altrove.

L’atto di Cristo, la scrittura dell’esperienza, della prova originaria che non attiene al probabile o al probatorio, della parola eterna che necessità di continuare a scriversi.

Cristo non risorge dalle ceneri perché non può morire. Se fosse generato allora potrebbe essere ucciso, allora sarebbe ucciso.

Cristo, la parola, la verità e la vita. La vita, il va e vieni della Parola.

Cristo procedeva nell’occorrenza e faceva miracoli, come intendere dunque oggi il miracolo abbagliati dallo spettacolo?

9 Novembre 2010

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