La lena e l’allenamento

 

Onda lunga del Roland Garros 2012

Quello che è piaciuto molto di Sara Errani è la sua genuinità, tanto che faceva fatica a rispondere alle stupide domande dei giornalisti.

Oggi epoca dell’apoteosi della notizia, del luogo comune, del perbenismo, di quelli che Nietzsche avrebbe chiamato “gli ultimi uomini”, dormienti così anestetizzati che pensano anche di dosare le emozioni come fossero pillole, ecco la domanda come emblema di tutto questo degrado “Avevi mai provato un’emozione così grande finora?”. Come se parlassero di droga, come se parlassero dell’eroina materna che è sempre la migliore, quella che sa, quella che ama.
 Ovviamente, come dice sempre Nietzsche, il pericolo più grande dell’umanità è non accorgersi di dimorare nel regno degli ultimi uomini, nel regno della morte bianca, e quindi nella fattispecie non cogliere che Sarà è arrivata lì per la sua umiltà che scaturisce dal lavoro, dall’allenamento continuo, non puntando direttamente alle vittorie, ma piuttosto a far sì che ciascuna vittoria, ciascuna sconfitta, apporti allenamento, apporti lena per continuare a mettersi in gioco, ad elaborare ciascuna questione.
 Per fortuna ogni tanto si incontra anche chi non può che puntare ad andare oltre l’uomo, ed ecco cosa dice Vincent Van Gogh in un lettera al fratello Theo del 1889, lettera scritta dalla clinica Saint Remy in cui era ricoverato: “Ti invio qui incluso uno schizzo di cicale di qui. Il loro canto nella canicola ha per me lo stesso fascino del grillo nel focolare del contadino di casa nostra. Mio caro, non dimentichiamo che le piccole emozioni sono i grandi capitani della nostra vita, e che a esse noi obbediamo senza saperlo”

12 Giugno 2012

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