IL SACRO E IL PROFANO

Che gli impianti sciistici potessero aprire (contingentati e con tutte le normative di sicurezza idonee) già da inizio stagione è sacrosanto.
Così come i teatri, i cinema, i musei, i ristoranti anche a cena.
Abbiamo assistito allo stop definitivo poche ore prima dell’apertura, il che potrebbe confermare che chi prende queste decisioni più che appartenere alla schiera dei santi e dei beati faccia parte di quella dei beoti. Ma le motivazioni di questa decisione tirano comunque in ballo sempre “il Sacro”, in quanto “lo si fa perché la salute e la sacralità della vita viene prima di tutto”. Esternazione demagogica che palesa fraintendimento in merito alla vita e al sacro.
Quello che emerge è la sopravvivenza a discapito della vivenza.
Non c’è nulla di sacro perché nulla è ontologizzabile, vita compresa. 

La Parola Originaria, la Vita, il Gerundio, il Narcisismo: non è possibile contemplare qualcosa che stia fuori…o meglio se qualcosa sta fuori non può che essere contemplato e tutto si vota al sacrificio, occorre sempre che qualcuno si sacrifichi, che s’immoli sull’altare.
L’imprenditore è il capro, il superfluo è il demoniaco, tutto per salvaguardare la vita mortifera che procede dalla finitudine del tempo.
Ovviamente i promulgatori non hanno alcuna esperienza d’immunità, l’immunità che procede dal fare imprenditoriale, con i suoi progetti e i suoi programmi. La difesa è sempre rispetto alla Vita Originaria, quella che non può fare a meno del Sacro.
Il Sacro, ciò che fa dispetto al dire e al fare, cioè tra il dire e il fare qualcosa rimane, avanza e si scrive, giunge a cifra, spalanca l’apertura e l’avvenire. Il lusso, il non fondamentale, ciò che esce fuori dal solco è su questa scia, l’imprenditoria e l’intraprendenza sono su questa scia.
Non c’è nulla di fondamentale, non è mai questione di vita o di morte, il viaggio procede tra l’occorrenza e la provvidenza.
Dire e fare sono indissociabili, dal 2 non si può isolare l’1.
Lo Zero rende il numero non algebrico e quindi non consente che ossessivamente si possa tornare indietro, dal 2 all’1.
Dal 2 al 3. Io, tu, lui, una conversazione, una relazione non può essere a due, altrimenti un rapporto, un rapporto algebrico.
Padre, Figlio e Spirito Santo.
Nome, Significante, Altro. Senza l’Altro e la sua alterità ecco l’alternativa tra Figlio e Padre. E quindi pochi giorni prima, per sedare la bagarre di figli scellerati, ecco l’entrata in scena del Deus ex Machina Mattarella che propone l’alternativa ed incarica il Padre, il salvatore della Patria Mario Draghi.

Dire, fare e quindi l’Altro, l’Autore scrive.
Il linguaggio del corpo è troppo spesso inteso come comportamentismo inconscio, ma l’esercizio del corpo, la ginnastica del corpo è un dire e quindi un fare, non è un dire quello che si farà o fare quello che si è detto.
Dire l’idea di ciò che si farà, altrimenti detto agire l’idea.
Dio, l’idea che nessuno ha opera e non agisce affinché il Sacro si scriva. Se di Dio ognuno ha la sua idea si assiste alla profanazione del Sacro, ecco l’istituzione di un dentro e fuori dal Tempio, un dentro e fuori dalla Parola, ecco una sopravvivenza sacrificale che è anche sottovivenza, ben intesa da Fedor Dostoevskij in Memorie del sottosuolo.
Ognuno, ovvero l’insieme degli uguali…il Ministro della Salute che ha promulgato queste non aperture, questi atti sacrificali, fa parte di un Partito Politico che prende il nome di Liberi e Uguali.

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