Il mostro e l’ipotiposi

 

C’erano anni in cui Lilly Gruber conduceva il telegiornale del secondo canale Rai mentre sul primo c’era la Busi, e spesso ci si confrontava su quale delle due conduttrici fosse più attraente.

Ora la Gruber sta conducendo una trasmissione in prima serata su La7, ma si fa notare perché è stravolta di chirurgia estetica, e diventata un mostro come Ornella Vanoni o Nina Moric.

I primi Trans che si vedevano sulle strade e sulle riviste di gossip erano in volto molto simili a bellissime donne, ora molti sono dei mostri, e pare attraggano pure parecchio (chiedere a Lapo o a Marrazzo).

C’è qualcosa di simile al discorso anoressico, dove un corpo scheletrico continua allo specchio a sembrare grasso.

La paura rappresentata non consente al fantasma la cangianza che lo contraddistingue, e lo ingloba invece nel fantasma Materno. Il soggetto è in salvo rispetto alla sua dissoluzione ma l’Altro non essendo escludibile in qualche modo si fa sentire.

E allora il mostro, l’aberrante, ciò che non riesce ad errare, che vaga senza la traccia.

Nella retorica c’è una figura che si chiama ipotiposi, cioè l’abbozzo, l’esposizione sommaria di una cosa, ma così viva ed efficace che la cosa sembra potersi vedere, quasi scorresse sotto (ypo = sotto, typos = effige). Ipotiposi in contrapposizione all’exergasia, all’esposizione ben definita, cioè tutto è manualisticamente descritto, tutto è protocollato, non occorre più elaborarlo (ex = fuori, ergasia = elaborazione).

I miracoli sono nella Parola, procedono dalla narrazione, con l’elaborazione che ha fatto da collettore per la vigorosa riuscita. Per accogliere l’Altro occorre l’erranza del nome e la deriva del significante.

Il mostro come indice dell’oggetto fuori dalla Parola, che può anche perdersi così come il soggetto può anche lasciarsi andare.

Nella depressione l’oggetto è perduto e il soggetto si lascia totalmente andare.

L’oggetto ci viene incontro e porta con se il colore, il colore della vita, l’arte, la creatività, altrimenti soggetti che ne combinano di tutti i colori….Lilly Gruber, ma che hai combinato?

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