Le cose non si possono prendere e catturare, i problemi le problematiche gli ostacoli non si possono comprendere, non è possibile raggiungere, giungere ad una soluzione, si possono solo analizzare, ovvero renderle senza soluzione, superabili proseguendo nell’articolazione, nel viaggio.
Amore e odio, giunzione e separazione.
L’amore, la carità, la carestia, la mancanza e l’appetito.
La congiunzione sancisce innanzitutto l’impossibilità di fare uno, e quindi ecco il taglio, la separazione originaria.
Il coach deve innanzitutto introdurre l’odio affinché si alimenti la fame di proseguimento.
L’anoressia mentale è la mancanza di appetito.
L’anoressia come virtù del viaggio, del proseguimento senza rappresentazione dell’ostacolo, è ossimorica, mancanza ed appetito.
L’appetenza, l’andare verso, l’andare incontro all’avvenire.
La competenza, il tornare indietro, tornare sui propri passi, chiudere il cerchio, pensarsi, ripensarsi, l’anoressia mentale di un soggetto che si pensa.
La competenza e la competizione. L’assistere spesso a giovani tennisti che impazziscono durante una competizione quando sbagliano, dice innanzitutto che si sono già pensati vincitori, più forti dell’avversario.
Con costoro, più che con altri, mai palesare competenza, mai fare i buoni padri, i buoni maestri che con i loro sermoni ti spiegano le cose, perché sono in un discorso ove c’è un’enfasi di competizione e di competenza.
Variante a questo discorso è quello di allievi che sembrano non apprendere un gesto, un colpo. E’ come se manifestassero una protesta inconsapevole ai maestri e alla loro competenza, che non consente però di trovare un modo per far imparare ed acquisire un colpo.

Achille non è nella realtà, nella rappresentazione, nel tempo che scorre dal passato al futuro passando dal presente, che supera la tartaruga. E’ nell’atto, nel gerundio, nel continuo presente, nella simultaneità.
Grazie alla simultaneità gli è consentito superarla.