L’IMMAGINAZIONE

Per un coach fondamentale è non perdersi nella ricerca ma incontrare la trovata.
La trovata che procede dalla relazione e non dal rapporto maestro allievo, padre figlio.
Se s’instaura la relazione ecco la possibilità di accedere all’immaginazione, all’immagine, alla mimaginem, al mimos.
L’immagine sonora e non visiva, che attiene all’eco della voce, per cui ecco la simultaneità che non attiene alla sincronizzazione ma bensì al mimos.
Le cose si incontrano accadono e si scrivono per simultaneità incronologica, per abduzione, procedendo da un altrove. Nessuna possibilità di comunicarle o di trasmetterle.
Ai fini della riuscita a nessuno è concesso esimersi dall’incessante lavoro di spoliazione di se stessi, affinché le cose possano continuare a scriversi, a cifrarsi.
I bambini sono straordinari, hanno una grande immaginazione, sono attratti dalla magia perché sono nell’altrove della vita autentica, non naturale ma artificiale, che attiene all’arte, all’apertura, per le cui le cose non sono mai già date, già scritte, già sapute.
I bambini non sono soggetti che imitano, ma procedono dal mimos, dalla mimaginem originaria.

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