L’Analisi come dispositivo di inedizione

 

Le vacanze estive sono terminate con una settimana sulla costa della Provenza francese, precisamente a Le Lavandou, il paese della lavanda.

Per il Salento pugliese si prospettava un lungo viaggio, e soprattutto ci riferirono che i cani non potevano andare in spiaggia, cosa che invece sembrava possibile in Francia.
Così non è stato, e all’imbocco di ogni viottolo che portava in riva al mare vi erano enormi cartelli con facce di cane barrate di rosso e una scritta che anche senza conoscere il francese faceva intendere cosa volesse precisare “Neanche se tenuti al guinzaglio!”
Per fortuna la scritta “Camping in Costa Azzurra” digitata su Google, non fornì solamente numeri telefonici di campeggi con boungalows esauriti, ma portò per vie traverse anche al sito di Le Lavandou, dove scoprendo che non eravamo più in Costa Azzurra, tramite il link “Appartamenti in villa” trovammo il suggerimento di provare con un appartamento.
Della decina di contatti dotati di pagina web o sito internet, uno solo aveva ancora un appartamento libero. Così, senza esitare in possibili scelte, ci trovammo nel paese della lavanda, località Aiguebelle, a duecento metri dal mare, in villa con sette appartamenti circondati da eucalipti, ciascuno dotato di barbecue ed ampio terrazzo, così che il piccolo pinscher potesse essere lasciato senza problemi a casa durante le ore di spiaggia.
E’ stato piacevole scoprire a pochi chilometri dall’ormai satura e nauseabonda Liguria una località così vivibile anche nel periodo agostano.
Nessuna traccia di abusivismo edilizio, d’incontrollate gettate di cemento.
Piste ciclabili lungo la costa totalmente distaccate ed indipendenti dalla strada carrabile, spiagge con pochi stabilimenti balneari.
Senza perpetuare luoghi comuni, considerando solamente questi più evidenti aspetti, si è indotti a riprendere quella che non è più solamente diceria “L’erba del vicino è sempre più verde”, perché l’Italia appare in forte ritardo.
Come fare a cambiare questo discorso, questa tendenza?

L’esperienza dell’analisi insegna quanto è difficile cambiare.
Quale la mentalità da cambiare?
L’Italia, la culla dell’arte, il giardino dove è fiorito il Rinascimento, si trova oggi a girare in tondo, a crogiolarsi, a prendere per vero, a credere a quello che qualche tempo fa poteva essere un appellativo scherzoso che all’estero si faceva degli italiani “Sono furbi, se la cavano sempre”.
Oggi i furbi dalla facile chiacchiera si parlano addosso, si buttano fumo negli occhi, non accorgendosi che si stanno fregando, si stanno fottendo da soli.
Condivisibile Brunetta quando punta il dito sul sistema statale, ma non è solo lì che si evidenzia un discorso più vasto, nel quale lo stesso sistema politico è immerso.
Fottere il prossimo è atteggiamento infantile di fottere la madre.
Su questa scia l’evasione fiscale anche quando si è ben lontani dal non riuscire ad arrivare a fine mese, non preoccuparsi dell’ambiente perché “O facciamo tutti la raccolta differenziata o non voglio essere l’unico fesso che la fa”, escogitare le più svariate truffe ai danni ed esempio delle assicurazioni.
L’ambiente statale è deleterio perché si basa sul posto certo, sul lavorare per vivere e non vivendo lavorando.
Come far sì che, anche dopo una necessaria sfoltita dell’apparato statale, chi si troverà a lavorare nell’Ente Pubblico possa comunque trovare la possibilità di sviluppare la propria etica?
Come far sì che la classe politica esca da un discorso dicotomico, clientelare?
Quando la riuscita si palesa non essere nell’ordine algebrico, nel ragionamento logico, l’unica via sono i dispositivi di Parola Originaria. Dispositivi di inedizione, che per dirsi tali vanno oltre, infrangono il dispositivo stesso, non contabilizzando il valore aggiunto, ma cifrandolo in qualità e stile, oltre il soggetto, oltre il contesto sociale.

 

04 Gennaio 2009

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