Densità, Fluenza, Elasticità

 

Così nel primo capitolo delle Memorie scritte da lui medesimo di Giovanni Giacomo Casanova: < I medici discutevano fra loro circa la causa del mio male. “Il ragazzo” dicevano, “perde due libbre di sangue alla settimana, e ne avrà sì e no da sedici a diciotto. Da dove proviene dunque una sanguificazione così abbondante?”…Queste cose le ho apprese sei anni dopo dal signor Baffo, grande amico del mio povero padre. Fu lui che consultò il famoso medico Macop di Padova, il quale gli mandò il suo parere per iscritto. La lettera, che conservo, dice che il nostro sangue è un fluido elastico, che può diminuire e aumentare in densità, mai in quantità…>.

E’ sempre molto difficile intendere, precisare perché il tempo non scorra e non passi, non abbia inizio e fine e quindi fluisca, perché l’eternità sia dell’istante.

In quest’aneddoto c’è la cifra, la semplicità per dire tutto ciò.

La semplicità non è mai facile, non è mai diretta, occorre giungerci procedendo dalla difficoltà, dal pleonasmo, dal lusso, dall’abduzione, dalla densità. Mortifera l’operazione quantitativa di derivazione. L’operazione di integrazione non è l’opposto di quella di derivazione.

La provvidenza di cui parla Casanova, e che lo ha sempre accompagnato, non contempla l’operazione timorante del risparmio che ha come monito, come vessillo, la convinzione che all’infinito sarebbe possibile sottrarre qualcosa.

La fluenza è sempre superfluenza, altrimenti l’influenza del discorso quantificatorio, del più e del meno, del bene e del male, del dare e dell’avere.

Senza densità le cose non possono prendere tono, non possono qualificarsi.

Dire che le cose possono solo aumentare in densità è come dire che la simultaneità non è qualcosa di cronologico, non è la sincronia.

La densità del sogno, quindi condensazione e spostamento.

Senza la densità un corpo non potrebbe danzare, un gesto non potrebbe essere fluido, elastico.

Senza la simultaneità, senza il simulacro, senza il sembiante, senza questo punto vuoto come catalizzatore, come genio che consente al talento di tornare come risorsa, un ballerino può passare indefessamente ore, giornate, anni ad esercitarsi, ma mai giungerà a danzare.

Senza sembiante le cose si condensano e non si spostano, il sintomo cronicizza, si quantifica, diventa genealogico. La genealogia e l’ontologia non sono originarie, sono mortifere, dicono di un fantasma che diventa realtà dei fatti.

Senza sembiante la realtà diviene simulazione della finzione originaria, un mondo di soggetti che simulano perché esangui non trovano la creatività, la fantasia, l’ingegnosità.

Molto interessante sembra essere allora il discorso emofiliaco, ovvero malattia genetica, ereditaria, dovuta alla mancanza di coagulazione, o meglio di un fattore, di un catalizzatore che permetta al sangue di coagularsi.

E ancora emofilia come evocazione di un taglio che non si rimargina, ovvero impossibile la ripetizione, il ritorno dell’uguale, il ripristino.

Anche l’elasticità non è per far tornare le cose come prima, non è quella propria del reazionario, azione – reazione, ragionamento logico, tendo l’elastico poi lo lascio e torna tutto come prima. Senza densità, senza simultaneità, senza sembiante non è possibile l’elasticità perché la spinta ha sempre bisogno del motore immobile.

Dalla breccia allo squarcio, dalla strettoia alla riuscita, l’energia è sempre potenziale, il taglio dice che i due bordi potenzialmente potrebbero unirsi all’infinito, ma i due bordi non si uniscono e l’infinito può essere solamente in atto.

La densità, la simultaneità, l’adiacenza, le cose non si toccano ed è impossibile toccare le cose.

Se le cose si toccano non possono coagulare.

L’immunità sta nell’accostarsi alle cose, sta nell’adiacenza.

Senza sembiante solamente scontri, guerre, ammacchi, emorragie interne.

Il taglio, i due bordi, il due originario, l’impossibilità dell’unità originaria.

L’uno procede dal due e non è l’unità.

Se l’uno è originario è anche trasmissibile, è uguale a se, e quindi l’emofilia come malattia genetica, come malattia delle famiglie Reali.

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