Registi e la cura di parole

 

Questa rassegna di cineforum è stata organizzata in collaborazione con l’Associazione La casa di Archimede, Associazione culturale di cinefili il cui Presidente Giuseppe Rosso manifestò interesse per dibattere e conversare dopo la proiezione dei film.
Per Tracce Freudiane è occasione per riparlare di psicanalisi, quest’incontro, questo viaggio culturale artistico imprenditoriale che prosegue mettendo in gioco le questioni, le parole, le tematiche, non dando mai nulla per scontato, affinché le cose approdino alla cifra e non si accomodino nel manualistico luogo comune.
Così Agostino ne Le Confessioni rispetto al viaggio verso l’autenticità e la verità: “Che dice mai chi parla di te?…eppure sventurati coloro che tacciono, poiché sono muti ciarlieri”.
Un viaggio complesso non senza difficoltà, dove la semplicità e la leggerezza procedono non eludendo l’ostacolo, non imboccando facili vie, non secondo operazioni nettatrici.
Quanti sogni sono pregni di difficoltà, anche faticosi, non si riesce a compiere quello che si vorrebbe compiere. Ma il sogno insegna che non occorre fissarsi, concentrarsi sulle difficoltà, semplicemente il caleidoscopio procede, l’importante è che la storia continui.
Un viaggio che per molti sembra essersi innescato con una conversazione.
Una conversazione che consente di giungere a percepire come la vita sia intarsiata di sogno anche nella veglia, e che quindi il tempo sia qualcosa che sempre ribalta, qualcosa di rivoluzionario, non lineare ordinario classificatorio, con un inizio ed una fine.
Se volessimo farci pubblicità in un’ottica quantitativa, per attrarre più analizzanti, ci venderemo meglio dicendo che la psicanalisi fa guarire dai sintomi perché fa trovare il trauma originario nascosto nel pozzo nero dell’inconscio, o perché fornisce i consigli giusti sulla strada della felicità.
Chi si trova in questo viaggio è perché è giunto alla breccia, e queste iniziative sono per non chiudere l’apertura, perché qualcosa di inedito possa continuare a scriversi, perché l’inedito informi le conversazioni e gli incontri, rafforzando le rispettive solitudini.
Per l’analista questo lavoro di cifratura ed intaglio è essenziale nella sua continua formazione, per puntare nelle conversazioni all’ascolto come apertura, non come summa nozionistica ed esperienziale, ma qualcosa che viene ad integrarsi assolutamente in atto, nella relazione.

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